EDIMBURGO: una città estremamente baby friendly

Si dice che “non ci sia due senza tre” e infatti eccoci già al terzo viaggio con la nostra nanerottola. Dopo Praga e Parigi questa volta ci dirigiamo a Edimburgo. La destinazione scelta, vista anche la stagione, non è sicuramente tra le più convenzionali … eppure penso ancora che l’autunno con i suoi colori sia la stagione che meglio sappia valorizzare la città. Probabilmente fine settembre/inizio ottobre sarebbe un periodo più adeguato grazie a temperature un po’ meno rigide, che invece in questi giorni hanno oscillato tra 1-7 gradi al massimo.
La scelta della destinazione è stata dettata proprio dal cercare una meta coerente con la stagione, pur amando il caldo ed essendo decisamente più comodo per gli spostamenti con un bambino, volevo godermi anche la bellezza dell’autunno e direi che non mi sono affatto pentita!

Edimburgo ci ha davvero sorpresi positivamente anche per il suo essere ESTREMAMENTE BABY FRIENDLY. Sia nel corso dei nostri due viaggi precedenti che girando per l’Italia stessa, non abbiamo mai trovato una città in cui ogni locale mettesse a disposizione seggiolone per bambini ma sopratutto il fasciatoio! Per carità, se si esce una sera a cena, il pupo si cambia prima e dopo, e il fasciatoio può non esser necessario. Ma stando fuori casa tutto il giorno, in una stagione fredda in cui non è possibile cambiare al volo il bambino dentro il passeggino, direi che è stata una comodità incredibile per noi: dal classico pub alla caffetteria più nascosta, praticamente ogni posto in cui siamo entrati era perfettamente attrezzato ad accogliere i più piccini. Non fosse che per questo, la consiglierei come meta per tutte le famiglie. Come se tutto ciò non bastasse, abbiamo trovato un’area attrezzata per far giocare i bambini persino all’interno di una Chiesa, per non parlare di un’intera sala di Holyrood Palace.

Come per i due viaggi precedenti abbiamo scelto di volare con EASYJET da Venezia, per la comodità a raggiungere l’aeroporto e per gli ottimi orari dei voli: volo di andata 12.10-14.10 e volo di ritorno 14.10-17.40 (Edimburgo è un’ora indietro rispetto a noi).

Altra scelta vincente che abbiamo ripetuto anche questa volta è stata quella di optare per un APPARTAMENTO piuttosto che per una camera in hotel. In questo modo si ha molto più spazio a disposizione ma soprattutto si può rientrare a casa per cenare in tranquillità senza tirare troppo la corda con la bambina, che ha comunque solo 14 mesi. Come sempre abbiamo cercato e prenotato il nostro appartamento su Booking.com scegliendo tra i tantissimi l’Holyrood Aparthotel. Un requisito per noi fondamentale era che la sistemazione potesse fornirci un lettino da campeggio per la piccola, e questo ci ha aiutato molto a scremare. Un altro requisito, questa volta utile per tutti, è che l’appartamento fosse vicino a Royal Mile, la strada principale della Old Town, nonché la zona migliore per soggiornare in quanto ricca di servizi e comoda a tutte le principali attrazioni. A favore dell’Holyrood Aparthotel c’è stato che fosse la soluzione al miglior prezzo: 750€ per 5 notti in 4 adulti (anche questa volta abbiamo costretto i nonni a partire con noi) e un neonato, due camere separate ma sopratutto due bagni. Il fatto che fosse un Aparthotel ci ha permesso di avere tutte le comodità di un appartamento con tutti i lussi di un hotel: reception sempre a disposizione con relativa facilità a reperire le chiavi e a depositare i bagagli, pulizia giornaliera dell’appartamento, oltre alla solita biancheria per la casa e ai prodotti bagno ci è stato fornito anche tutto il necessario per vivere la cucina (detersivo e spugna per i piatti, pastiglie per la lavastoviglie, bustine di tè, caffè, zucchero …). Se non fosse per l’arredamento un po’ démodé, sarebbe stato tutto davvero perfetto.

Per la prima volta abbiamo prenotato su Booking.com anche il TAXI dall’aeroporto all’appartamento. Abbiamo speso 72€ per andata, ritorno e seggiolino auto tutto incluso. Non è stato il metodo più economico ma senz’altro il più comodo per raggiungere direttamente l’appartamento con 4 valige, un passeggino e un neonato da portarsi appresso! Essendo in quattro a dividere la spesa abbiamo ammortizzato bene il costo, nonché acquistando direttamente sia andata che ritorno si risparmia parecchio. Viaggiando in coppia, magari solo con i bagagli a mano, la soluzione migliore è senz’altro l’Airlink 100, il bus che dall’aeroporto conduce in città al costo di 4.50£ a testa (7.50£ andata e ritorno). Il bus ferma nei pressi della stazione ferroviaria che si trova proprio in centro città, a pochi passi da Royal Mile, e la tratta dura circa 30 minuti, così come anche per il taxi.

08/11 Siamo atterrati ad Edimburgo alle 14.10 dopo tre ore di viaggio. Finora ero stata sempre attenta a scegliere voli di breve durata ma questa volta ero così intenzionata a partire da aver completamente dimenticato di considerare la lunghezza della tratta aerea. Probabilmente non sarà mai facile, ma intrattenere un bambino così piccolo fermo per tre ore è veramente impegnativo. Ci ha aiutato il fatto che il volo fosse ad ora di pranzo e che, non dopo diverse proteste, si sia addormentata per una ventina di minuti. Un po’ per il fatto che fosse bassa stagione e un po’ per la scelta di una meta meno turistica di altre, abbiamo avuto l’enorme fortuna di trovare il terzo posto accanto a noi libero. I bambini fino ai due anni devono viaggiare in braccio ad un adulto ma più diventano grandi e più hanno voglia di muoversi senza che ce ne sia lo spazio materiale. Trovare il terzo posto libero è davvero una benedizione ed è stata la nostra salvezza!

Una volta usciti abbiamo trovato ad accoglierci un incaricato della compagnia di taxi dell’aeroporto che ci ha accompagnato fino al veicolo da noi prenotato. Come per gli alloggi, Booking.com è solo la piattaforma di prenotazione che, in questo caso, si appoggia al sistema di taxi dell’aeroporto di Edimburgo. Lo stesso servizio si può acquistare direttamente in loco oppure attraverso altre piattaforme. Come sempre, io ho preferito usare Booking per la sua popolarità, che mi da più sicurezza, ma anche per conoscere già il prezzo senza dover incappare in indecisioni o sorprese dell’ultimo minuto. Non escludo comunque che si potesse spendere meno a parità di servizio.

In mezz’ora esatta siamo arrivati all’Holyrood Aparthotel. Ci siamo sistemati velocemente e, nonostante la stanchezza, siamo subito usciti ad esplorare la città approfittando della giornata di sole, dato che le previsioni meteorologiche per i giorni successivi non erano particolarmente rosee. Ad Edimburgo piove molto anche in estate ma col freddo e con un bambino piccolo al seguito, la pioggia è sicuramente più invalidante. Ecco perché abbiamo preferito non perdere nemmeno un minuto e concederci piuttosto pause più lunghe in caso di maltempo. 

Fino a questo viaggio non avevo ancora affrontato una meta che fosse nuova anche per noi. Con un bambino non è semplice fare tutte le principali attività che ogni città offre e tornare a casa senza aver potuto visitare metà delle attrazioni sarebbe stato davvero un peccato (ad esempio visite a musei sono veramente difficili per adesso). La cosa bella di Edimburgo è che è tutto molto facile e veloce da vedere. La maggior parte delle attività e dei posti da visitare sono all’aperto e tutto è facilmente raggiungibile a piedi. Ecco perché un buon clima diventa fondamentale. Tuttavia sappiamo bene che questa è l’unica cosa che non si possa programmare e bisogna accontentarsi di prendere ciò che viene.

Tornando a noi, in un paio di minuti ci siamo immessi su Royal Mile. Questa strada, lunga quasi 2 km, collega i due luoghi più importanti della città: Holyrood Palace e il Castello di Edimburgo. Lungo la via si è cercato di mantenere il più possibile un’atmosfera autentica: i molti negozi che si trovano qui vendono quasi esclusivamente prodotti tipici (incluso i più commerciali souvenirs turistici), non si trovano invece negozi di marchi internazionali. Non mancano poi numerosissimi pub e locali per mangiare. È senz’altro uno dei punti migliori dove alloggiare sia per la quantità di servizi offerti che per la comodità a raggiungere tutti i principali luoghi della città. Il nostro appartamento si trovava più verso Holyrood Palace e noi ci siamo diretti invece verso il Castello, nella direzione più vivace. Ci siamo limitati a guardare qualche negozietto e a raggiungere il grande piazzale del Castello per ammirare il paesaggio dall’alto poi, un po’ per la stanchezza un po’ per il fuso orario, ci siamo fermati per cena già alle 18.30. Tra i vari pub che si trovano lungo la strada abbiamo scelto la Deacon Brodie’s Tavern che consigliamo vivamente. Come la maggior parte dei pub della città, al piano inferiore si svolge sopratutto la parte bar mentre al piano superiore si servono i pasti. Come vi dicevo qui abbiamo trovato fasciatoio, seggiolone e ci hanno addirittura portato carta e pastelli a cera per intrattenere la bambina. Il personale è stato estremamente gentile e solare e abbiamo pure mangiato molto bene. Lo consiglierei senz’altro.

Apro una piccola parentesi sulla cucina scozzese. Prima di partire ci eravamo proprio domandati quali fossero le specialità scozzesi! Oltre ovviamente al classico immancabile “fish and chips” britannico, troviamo il salmone e la pie (una piccola torta salata servita su un letto di carne tipo gulasch/spezzatino). Non mancano poi zuppe, hamburger e piselli e purè per contorno. Come noterete non c’è grande scelta (cambia il locale ma il menù è praticamente sempre quello) a meno che non puntiate a qualche ristorante internazionale.
Si dice anche che gli scozzesi non amino particolarmente stare a casa e cucinare e che escano quasi tutte e sere. Effettivamente ci è sembrato proprio così sia per il gran numero di pub che si trovano solo su Royal Mile che per la totale mancanza di scelta di pietanze al supermercato. Tornando a casa ci siamo infatti fermati a far la spesa in un supermercato della catena Tesco dove abbiamo fatto quasi fatica anche solo a reperire dei biscotti. È andata meglio la seconda sera in un Lidl scovato un po’ più distante da casa.
Ad ogni modo, sia al supermercato che nei pub, il costo del cibo è decisamente caro. Ordinando una birra ed una sola pietanza ciascuno, questa prima sera abbiamo speso più di 80€ in quattro.
Una volta terminata anche la spesa siamo rientrati verso le 20.30 per riposare in vista dei giorni successivi.

09/11 Dopo la nostra abbondante colazione in appartamento, ci siamo subito messi in marcia per questa prima vera giornata in città. Un inaspettato pallido sole era pronto ad accompagnarci. Come sempre ci siamo immessi su Royal Mile, che anche questa mattina abbiamo risalito in direzione del castello, salvo deviare un po’ prima per raggiungere Dean Village: la nostra destinazione per la mattinata.
Poco dopo la Cattedrale di St Giles su Royal Mile, abbiamo deviato a destra lungo St. Giles’ Street e abbiamo fatto una prima sosta catturati dalla bellezza dell’edificio che ospita il New College dell’Università di Edimburgo. Se già la facciata esterna è davvero suggestiva, il cortile interno lascia davvero senza fiato! È una tappa veloce e poco conosciuta ma a nostro avviso ne vale la pena.

Riprendendo la nostra strada abbiamo continuato la discesa lungo The Mound, la strada che conduce alla Scottish National Gallery e alla Royal Scottish Accademy.
Proprio a quest’altezza siamo stati catturati da un altro luogo estremamente suggestivo: i 
Giardini di Princes Street, così chiamati perché si sviluppano lungo tutta l’omonima strada. Purtroppo la parte est era chiusa perché vi stavano allestendo il mercatino di Natale che, a giudicare dai preparativi che abbiamo visto, deve essere qualcosa di veramente spettacolare!!! Per l’occasione è stata montata anche una ruota panoramica.
Ad ogni modo noi dovevamo procedere verso ovest e quindi ci siamo addentrati nell’altra metà del parco. Qui abbiamo potuto godere di una quiete incredibile, con una panoramica stupenda sul castello e immersi nei più bei colori dell’autunno. Proseguendo sempre più avanti si incontra la monumentale 
Ross Fountain e più avanti ancora la Parish Church of St Cuthbert con annesso cimitero. Ebbene sì, Edimburgo ha proprio un’anima dark tanto da trovare cimiteri persino in un parco pubblico e, che ci crediate o meno, è estremamente suggestivo. Potrebbe essere la destinazione ideale per trascorrere un Halloween davvero a tema.

Una volta usciti dal parco ci si ritrova esattamente sotto al Castello e, portandosi verso destra lungo Queensferry Street si arriva proprio a Dean Village. Prima di attraversare Dean Bridge il villaggio si trova scendendo sulla sinistra. Questo quartiere è un luogo adorabile che sembra vivere fuori dal tempo. È una tappa imperdibile per tutti gli amanti della fotografia perché sa offrire bellissimi scorci, merito soprattutto del fiume che l’attraversa. La zona è prevalentemente residenziale quindi mancano i servizi, ad ogni modo in un’ora (forse meno) si è girato tutto e si può tranquillamente tornare su Prince Street per pranzare come abbiamo fatto noi.

Prince Street è un’altra delle arterie principali della città, lunga anch’essa quasi due km. A differenza di Royal Mile qui si trovano tutti i negozi dei principali marchi internazionali ed è il luogo giusto per un po’ di shopping (anche se personalmente ritengo che in Gran Bretagna lo shopping non sia per niente conveniente. Nonostante la crisi annunciata post brexit, la sterlina è ancora decisamente più forte dell’euro). Questa volta ci siamo concessi un pasto molto meno caratteristico e abbiamo pranzato in un Pret A Manger, dove si possono trovare zuppe, paste, panini e tramezzini già confezionati, nonché il reparto dolci e caffetteria. So che non suona per niente bene ed effettivamente la qualità non è eccezionale ma sapendo scegliere non è così terribile. Anche qui abbiamo trovato seggiolone e fasciatoio ad accoglierci!

Terminato il nostro pranzo abbiamo deciso di tornare indietro dalla parte opposta di dove eravamo arrivati la mattina, concludendo così il percorso ai piedi del castello lungo Castle Terrace. Questa strada è così chiamata perché conduce all’omonimo parcheggio situato su una terrazza proprio sotto al castello. Abbiamo subito fatto una prima sosta per ammirare l’interno della Chiesa Episcopale di San Giovanni Evangelista, situata all’angolo con Prince Street. È proprio qui che abbiamo trovato l’angolo giochi per i bambini. A dire il vero all’interno c’era anche un mercatino che vendeva biglietti di Natale a favore di svariate fondazioni di beneficenza, quindi tutto l’insieme era decisamente non convenzionale.
Poco dopo Castle Terrace, se avete un po’ di tempo, può esser simpatica una deviazione veloce all’interno dell’Armchair Books, una libreria di testi usati molto caratteristica che sembra un piccolo labirinto fatto di scaffali fino al soffitto. Non è senz’altro una delle tappe suggerite nelle guide turistiche ma proprio per questo può essere una simpatica chicca.
Riprendendo da qui l’itinerario verso Royal Mile, in un paio di minuti si arriva a Grassmarket Square, una bellissima piazza con vista sul Castello, dove viene allestito il mercato storico della città e vengono spesso organizzati eventi di vario genere. Se guardate con attenzione, poco prima di attraversare per raggiungere la piazza, troverete una scalinata collocata esattamente di fronte al Castello. Provate a risalirla e già verso metà vi saprà offrire una panoramica bellissima.

Una volta attraversata tutta Grassmarket Square inizia un’altra delle strade più famose della città, nonché uno dei luoghi da non perdere: Victoria Street. Questa via è una splendida macchia di colore in mezzo al grigio che contraddistingue Edimburgo. Il piano terra di tutti i suoi edifici ospita negozi e caffetterie, ognuno con la facciata di colori diversi. A render ancora più celebre questa via c’è il fatto che abbia ispirato J.K Rowling nel descrivere Diagon Alley. Non ho ancora detto che la famosa saga di Harry Potter è nata proprio qui, a Edimburgo. Oltre a Victoria Street ci sono molti altri luoghi che hanno influenzato la scrittrice nei suoi racconti e che da allora sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche. Naturalmente la città non si è lasciata scappare l’occasione di attirare i fun della saga, ed ecco che a Victoria Street potrete trovare la bacchetta magica che fa per voi, proprio come nel celebre romanzo.
Dopo aver dato un’occhiata alle botteghe della via siamo pian piano ritornati su Royal Mile per concederci una bella cioccolata calda e in seguito ritirarci nel nostro appartamento.

10/11 Abbiamo iniziato questa nuova giornata incamminandoci per la prima volta nel senso opposto di Royal Mile e quindi procedendo in direzione del Palazzo di Holyroodhouse per dedicare la mattinata alla sua visita. Holyrood Palace è il vero e proprio palazzo reale, da sempre preferito dai sovrani scozzesi al più freddo e tempestoso Castello situato sul lato opposto della stessa strada in cima alla collina. Ad oggi è la residenza ufficiale in Scozia di Sua Maestà la Regina Elisabetta, che trascorre qui alcune settimane durante l’estate. Tuttora nelle sue sale vengono organizzati eventi privati della famiglia reale nonché vengono accolti importanti personaggi politici durante le loro visite di Stato. Questo luogo è stato fondato come monastero ancora agli inizi del XII secolo e, accanto a quello che è l’attuale palazzo, sorgono ancora i resti della storica Holyrood Abbey. L’abbazia venne distrutta da una rivolta popolare nel XVII secolo e non fu più ricostruita ma, ad esser sincera, la trovo estremamente suggestiva proprio così com’è ed è quello che più mi ha incuriosito e spinto a visitare il palazzo.
Il biglietto di ingresso costa 15£ ed è compreso di audio guida, davvero utile per apprezzare al meglio la storia del palazzo. Sebbene il percorso consigliato la inserisca alla fine, io mi sono subito fiondata verso l’abbazia prima che venisse presa d’assalto dai turisti così da poter scattare qualche foto in totale solitudine. Non so come mai ma luoghi come questo mi affascinano particolarmente, come se riuscissero a trasmettere molto più della loro storia così che conservando tutto il loro sfarzo.
Oltre all’Abbazia c’è naturalmente anche la visita del Palazzo vero e proprio, con tutte le sale conservate il più possibile in maniera autentica o, al più, ricostruite come in una determinata epoca storica per cercare di mostrare e raccontare la storia del palazzo e dei suoi reali in maniera più completa possibile.
Terminata la visita degli interni che, devo dire, è estremamente veloce e piacevole, merita senz’altro anche una passeggiata lungo i bellissimi giardini del Palazzo, che offrono bellissimi scorci e prospettive differenti sull’Abbazia.
Oltre agli incontestabili pregi artistici e storici del sito, devo dire di aver apprezzato molto l’idea della stanza gioco, accattivante non solo per i più piccini ma anche per i grandi. Qui si trovano diversi costumi e accessori da provare per giocare a fare i sovrani. C’è addirittura una mini cucina per le signorine dotata di tutte le stoviglie e molte altre simpatiche idee.

Una volta terminata la visita di Holyroodhouse Palace siamo andati alla ricerca di un posto dove pranzare. Ci siamo quindi riportati lungo Royal Mile. Nel primo posto in cui ci siamo fermati ci hanno prospettato un’ora di attesa e così siamo passati oltre fino ad arrivare alla Tolbooth Tavern, altro luogo che ai fan di Harry Potter suonerà famigliare. Questo pub è ospitato all’interno di un palazzo storico che è impossibile non notare passeggiando lungo la via. Sebbene proprio per questo possa sembrare un locale turistico, in realtà rispecchia perfettamente i canoni del più tradizionale pub scozzese. Tuttavia devo dire che, rispetto alle recensioni lette, non siamo rimasti particolarmente entusiasti. Il cibo è buono e questo è senz’altro il requisito più importante ma l’accoglienza è stata frettolosa, l’attesa importante e ci sono sembrati anche piuttosto disorganizzati. In linea generale comunque abbiamo avuto l’impressione che i pub non siano particolarmente operativi per il pranzo: in molti locali (questo incluso) il servizio ristorante apre dopo le 13.00 o addirittura 13.30. Infine questo è stato l’unico posto dove non ci fossero seggiolone e fasciatoio, anche se, volendo essere obiettivi, sono tutti gli altri locali ad essere l’eccezione per gli standard internazionali.

Conclusa la pausa pranzo il programma per il pomeriggio era raggiungere Calton Hill, una splendida collina in centro città da cui si gode di un panorama strepitoso e di uno degli scorci più amati e fotografati di Edimburgo. Arrivando da est abbiamo incontrato il tragitto più complicato, trovandoci di fronte ad una scalinata piuttosto ripida e stretta. Tuttavia provenendo dal Castello si riesce a salire tranquillamente senza incontrare alcun ostacolo. Dico questo solo per chi ne ha bisogno, altrimenti viva le scale! ✌?
Oltre ad offrire un panorama incredibile a 360 gradi sulla città, in cima a Calton Hill si trovano alcuni elementi architettonici di grande rilevanza storica in quanto testimonianza del fatto che la collina fosse abitata già dall’età del bronzo.
In cima alla collina troviamo anche:
• l’Osservatorio della città
• il Monumento a Nelson, una torre eretta nei primi del XIX secolo in onore all’ammiraglio. È possibile salire per i suoi 170 gradini per ammirare la città dal suo punto più alto. Noi non abbiamo sperimentato ma ho letto che in realtà la vista è praticamente identica a quella che si ha dal resto della collina.
• il Monumento Nazionale, ideato in onore dei caduti durante le guerre napoleoniche ma mai ultimato.
Tutti questi monumenti sono stati costruiti in stile neoclassico mantenendo così uniformità con quelli storici già presenti. Per questo suo tipo di architettura, la collina è soprannominata anche “l’Atene del nord”.
Come per la maggior parte dei punti panoramici di una città, io consiglio sempre di arrivare poco prima del tramonto in modo da riuscire a godere di tutte le incredibili sfumature e di tutti gli effetti possibili sullo scenario. Seppur arrivati in cima presto, nel nostro caso non è stato difficile aspettare visto che la stagione porta il sole a scendere già verso le 16.30. Forse non abbiamo atteso il buio completo ma, complice anche la luna piena, penso non potessimo assistere a qualcosa di meglio.

Una volta scesi dalla collina e tornati come sempre su Royal Mile, ci siamo pian piano avviati verso casa e abbiamo concluso così il nostro terzo giorno in città.

11/11 Siamo arrivati al giro di boa e purtroppo anche la ruota del meteo ha iniziato a cambiare rotta rallentando un po’ i nostri giri.
Come vi dicevo, Edimburgo è la città in cui ha preso vita la celebre saga di Harry Potter. Non siamo grandissimi fan ma avendo tempo a disposizione, abbiamo comunque trovato simpatico metterci alla ricerca di alcuni dei posti che hanno segnato le basi di questa fantasiosa serie di romanzi. Dopo l’inevitabile passeggiata per Victoria Street e il pranzo alla Tolbooth Tavern, questa mattina, a metà di Royal Mile, abbiamo deviato lungo George IV Bridge dove si trova The Elephant House, la caffetteria dove J.K. Rowling, al verde e alle prese con la depressione, ha scritto il primo dei sette libri che compongono la saga. Per fare le cose fatte bene avremmo dovuto entrare e berci una bella tazza di tè, chissà…magari avremmo trovato anche noi l’ispirazione che ti cambia la vita! Invece il sonnellino mattutino della nostra monella ha preso il sopravvento.

Su questa stessa strada, poco prima dell’ormai celebre cafè, si trova anche la National Library of Scotland, che è una delle cose consigliate da fare in città. Noi per questa volta abbiamo lasciato stare.

Poco più avanti di Elephant House si trova anche la Greyfriars Bobby Statue, in onore di un terrier che, come il più famoso Hachiko, ha commosso il mondo per aver vegliato per 14 anni la tomba del suo padrone. Il cane è così diventato un simbolo di affetto e lealtà per il popolo scozzese e la sua statua rappresenta una vera attrazione per numerosi turisti.
Tornando alla storia di Harry Potter pur restando in tema di tombe, imboccando il vicolo che scende proprio dietro la statua di Bobby si raggiunge il Cimitero di Greyfriars. Pare che la Rowling abbia trovato qui ispirazione per i nomi di alcuni dei suoi protagonisti tra i quali il terribile Voldemort, alias Thomas Riddle. Trovarne la tomba è stato più complicato del previsto. Il cimitero non è tenuto benissimo e il gran numero di visitatori alla tomba ha fatto si che il terreno attorno cedesse cosicché nei giorni di pioggia come questo si forma un vero e proprio pantano che ci ha inizialmente tenuti alla larga da quell’angolo che è proprio il più lontano possibile dall’ingresso del cimitero.
Oltre che per i fan di Harry, il cimitero è comunque un sito di visite guidate per il suo scenario suggestivo e per la macabra leggenda sul suo passato che lo ha portato ad esser considerato un cimitero maledetto. Magari i dettagli di questa storia meglio non raccontarli ai nostri bambini. ?
Per ripararci un po’ dalla pioggia siamo anche entrati nell’omonima Chiesa del cimitero dove, se vi dovesse servire, ci sono dei bagni pulitissimi. Mi dispiace dirlo, ma per il resto non ne valeva la pena.

A questo punto siamo usciti dal cimitero e scesi lungo la strada che lo costeggia fino a raggiungere Grassmarket, la piazza dello storico mercato proprio sotto al castello. Era abbastanza presto ma, sempre per sfuggire alla pioggia, ci siamo fermati a pranzare al Fiddlers Arms, un pub proprio all’angolo della piazza. Non voglio sembrare una difficile tuttavia anche qui non ci siamo proprio trovati benissimo ma, come vi dicevo, probabilmente a pranzo sono un po’ meno organizzati. Nel menù che ci han consegnato non si faceva riferimento al menù del giorno scritto all’esterno con prezzi decisamente più bassi ma la ragazza ci ha risposto che a pranzo era tutto più economico di quello che era scritto sul menù, salvo poi trovare un conto ben diverso. Ha fatto confusione con gli ordini portando una pietanza in più e un’aggiunta chiesta in meno. Lo so che state pensando che forse siamo stati noi a non capire e non farci capire ma vi posso assicurare di no! Ad ogni modo niente di grave ma comunque non ci han fatto un’impressione positiva. Qui abbiamo trovato il seggiolone ma non il fasciatoio.

Dopo pranzo siamo tornati lungo Victoria Street fino alla solita Royal Mile dove questa volta abbiamo visitato l’interno della Cattedrale di St. Giles. L’ingresso è libero salvo durante le funzioni religiose. È comunque gradita un’offerta per contribuire al mantenimento dell’edificio (sono suggerite 5£ a testa) oltre al pagamento di 2£ per ottenere l’autorizzazione a scattare fotografie.
La Cattedrale Di St. Giles è il principale edificio di culto della città. Come la sua struttura esterna, anche l’interno dell’edificio è in stile gotico, caratterizzato da grandi archi a sesto acuto e da ampie vetrate che gli conferiscono un aspetto maestoso seppur raccolto.

Ultimata anche la visita della Cattedrale ci siamo concessi il resto del pomeriggio a spasso per le vie del centro a goderci altri angoli caratteristici e a fare quei classici acquisti di rito che si fanno durante un viaggio. Abbiamo concluso la giornata con una bella cioccolata calda da Starbucks e siamo rientrati come sempre in tempo per riposare e cenare con calma.

12/11 E così siamo già arrivati al nostro ultimo giorno pieno di permanenza ad Edimburgo! Naturalmente non potevamo partire senza prima aver visitato il Castello. Pertanto la mattina ci dirigiamo subito alla fine di Royal Mile e acquistiamo il nostro biglietto per la modica cifra di 20£, esclusa l’audio guida per la quale sono richieste altre 5£. Una cosa che però ho apprezzato molto di Edimburgo rispetto alle più turistiche Parigi o Londra, è la rapidità con cui si riesce a fare i biglietti e ad accedere ai vari siti senza perdere ore intere.

Purtroppo non abbiamo avuto molta fortuna col clima nemmeno oggi: il Castello è sempre particolarmente esposto al vento ma nel caso specifico la giornata era estremamente ventosa un po’ ovunque e sopratutto il vento era davvero pungente. Sebbene la visita del Castello avvenga prevalentemente all’interno, non si tratta come ad Holyrood Palace di un percorso unico ma è continuamente necessario uscire e spostarsi da un punto all’altro. Sembra impossibile ma, anche solo durante questi piccoli spostamenti, è stato piuttosto impegnativo stare all’aperto.
Il biglietto d’ingresso è effettivamente molto costoso ma devo dire che la minuzia con cui sono state create le ricostruzioni di scene di vita del passato in tutte le sezioni del castello e l’attenzione con cui la struttura è stata trasformata in un vero e proprio museo di storia nazionale, mi ha fatto capire che la visita, quei soldi, li vale tutti.
Una volta effettuato l’accesso al Castello si può già apprezzare uno dei panorami più belli sulla città dopo Calton Hill.
Come vi dicevo, in ogni parte del Castello è stata poi allestita una sezione di esibizioni. Lasciandosi alle spalle il cortile d’ingresso si trova il Museo Nazionale della Guerra. Tornando indietro, sulla sinistra, c’è invece il Museo del Reggimento dei Royal Scots Dragoon Guards che ripercorre tutte le sanguinose battaglie che ha dovuto affrontare l’esercito scozzese nei secoli, riportando divise e medaglie per ogni epoca storica e ricostruendo alcune scene con manichini davvero ben fatti.
Una volta superato il Foog’s Gate si arriva al cuore del Castello, ovvero Piazza della Corona. Qui si affacciano altri 4 siti importanti:
• il Monumento Nazionale Scozzese ai Caduti, per commemorare i caduti della prima Guerra Mondiale;
• il Salone d’Onore (o Great Hall) dove è conservata un’esibizione di armi e armature. Il Salone viene usato ancor oggi per alcune importanti cerimonie di Stato;
• il Palazzo Reale, sebbene ormai privo di qualsiasi arredamento (contrariamente ad Holyroodhouse Palace). In realtà consiste solo in un paio di stanze;
• la stanza della Corona, dove sono riprodotte varie scene di importanti incoronazioni della storia scozzese e dove, naturalmente sono ospitati i gioielli della Corona scozzese.
Su questa stessa piazza si trova anche una delle poche sale da tè della città. Noi avevamo già avuto modo di fare quest’esperienza a Londra ed è davvero simpatica.
Una volta usciti da Crown Square nella direzione opposta a quella di Foog’s Gate, si trovano invece le Prigioni di Guerra, anch’esse ricostruire davvero molto bene in tutti i loro dettagli. In ultima, proprio di fronte alle Prigioni, si trova il Carcere Militare dove all’interno di alcune celle potrete addirittura trovare una riproduzione del carcerato e leggerne la storia.
Devo dire che con un passeggino alcune di queste sezioni non sono proprio facili da visitare e ci è capitato di dover fare a turno. Prima di uscire dal Castello, vista l’ora di pranzo, e per non trovarsi a dover cercare un posto con conseguenti indecisioni e perdita di tempo, abbiamo approfittato del ristorante del Castello: il Redcoat Cafe. Devo dire che, contrariamente a quel che possa far pensare un ristorante all’interno di un’attrazione turistica abbiamo mangiato molto bene e a prezzi quasi più bassi che altrove. Il ristorante è organizzato come un self service ed effettivamente è stato il posto in cui abbiamo atteso meno in assoluto. Ad ogni modo è quasi più fornito come caffetteria (ha un angolo dolci veramente enorme) che come ristorante: dove la scelta era limitata a 3 tipi di zuppa differenti, 2 secondi (carne o salmone) e 2 contorni. Oltre ad esser molto comodo, visto che la visita al Castello richiede facilmente mezza giornata, la seconda sala del ristorante offre un panorama pazzesco sulla città. Il nostro tavolo poi si affacciava giusto giusto sul One O’Clock Gun, il cannone che spara tutti i giorni (esclusa la domenica) all’una in punto. Così, durante il pranzo, abbiamo potuto assistere in prima fila a questa tradizione della città.
Come sempre ci tengo a puntualizzare che qui abbiamo trovato sia il seggiolone che il fasciatoio per nostra figlia.

Una volta ultimata la nostra visita al Castello, abbiamo approfittato del pisolino pomeridiano della nostra monella per fare una cosa altrimenti piuttosto complicata con un bambino piccolo, ossia visitare un museo. Siamo quindi scesi fino alla Scottish National Gallery. Come anche a Londra, se tutto il resto si fa pagare caro, l’ingresso ai musei nazionali è gratuito. Inoltre questa pinacoteca è proprio delle dimensioni giuste per esser apprezzata senza impegnarsi troppo. Nel suo piccolo riesce comunque ad ospitare quadri di gran rilievo tra cui un Raffaello, un Botticelli, due Canaletto e anche diverse opere di impressionismo.

Scottish National Gallery

Conclusa anche questa visita possiamo dire di aver fatto del nostro meglio per vivere e apprezzare al meglio questa splendida città. Nel nostro piccolo, seppur con tempi più lunghi del necessario, ci possiamo davvero ritenere soddisfatti per tutto quello che siamo riusciti a vivere di questo bellissimo viaggio.
Ci siamo quindi tenuti un altro paio d’ore per imprimere nei nostri ricordi quanti più scorci ed emozioni possibili passeggiando per i dintorni di Royal Mile fino a rientrare in appartamento per il tanto temuto momento del “rifare la valigia”.

13/11 Il nostro volo di rientro era alle 14.10 (ora locale) e, sempre con Booking.com, avevo prenotato già prima della partenza il taxi per l’aeroporto alle 11.00 (ora del check out) così da fare tutto con estrema tranquillità, visto il lungo viaggio che ci aspettava. Tuttavia siamo riusciti a concederci un’ultima oretta per passeggiare per le vie della città che ovviamente, questa mattina, regalava il cielo più sereno che avessimo visto da quando eravamo arrivati: evidentemente il fastidioso vento del giorno precedente aveva spianato la strada per i fortunati viaggiatori in arrivo.

Come per l’andata abbiamo trovato puntualissimo il nostro taxi fuori dall’Holyrood Aparthotel e ci siamo così messi in marcia per tornare a casa.

L’aeroporto di Edimburgo è delle dimensioni giuste per trovare tutto con estrema facilità e, una volta passati i controlli (molto più minuziosi di quelli che vengono effettuati a Venezia), l’area imbarco è veramente ben attrezzata con negozi, ristoranti e caffetterie per riempire l’attesa in estrema comodità. Ovviamente (e per fortuna) stavolta che l’aeroporto era molto accogliente non c’è stato alcun ritardo e siamo rientrati in patria puntualissimi alle 17.40 ora italiana.

THE END

Un ringraziamento importante ai nonni che ci hanno accompagnato per la seconda volta nelle nostre avventure e ci hanno dato davvero un prezioso aiuto nella gestione di ogni cosa permettendoci di goderci appieno di questa bellissima città.

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